ESECUZIONE INDAGINI TERMOGRAFICHE


 

Un altro ambito di intervento in espansione negli ultimi tempi, anche in virtù della necessità di integrare le diagnosi energetiche con indagini preliminari in grado di restituire immagini significative per la corretta valutazione delle strutture, dell’incidenza dei ponti termici, della presenza di umidità nei componenti edili, è la termografia applicata all’edilizia.

Utilizzando strumentazione di adeguata risoluzione, è possibile infatti determinare con precisione la qualità energetica dell’involucro edilizio, individuando chiaramente le fughe di calore dovute alla presenza di ponti termici non corretti, il degrado, dal punto di vista del comportamento termico, delle strutture sottoposte all’azione dell’umidità, determinandone al contempo le relative temperature superficiali.

Oltre all’utilizzo della termografia in abbinamento alla diagnosi energetica, la suddetta tecnica di indagine sta assumendo un ruolo sempre più importante nel rilievo delle patologie dell’edificio dovute ad esempio alla presenza di umidità superficiale ed interstiziale nelle strutture e nei paramenti edili, piuttosto che alle infiltrazioni di acque meteoriche o a perdite da impianti idrici.

Con la termografia si ha la possibilità di individuare il punto esatto delle infiltrazioni o perdite d’acqua, evitando così la necessità di dover ricorrere a costosi e lunghi, nonché invasivi interventi di ricerca del guasto, facendo così risparmiare gli oneri di ricerca stessa e quelli di ripristino delle strutture oggetto di intervento.

Nel caso invece di formazione di muffe dovute a fenomeni di condensazione sui paramenti edilizi, l’indagine termografica consente di individuare l’estensione delle zone interessate dal problema, di verificarne le temperature superficiali, allo scopo di risalire alla causa della patologia.

In un momento in cui l’involucro edilizio ha raggiunto livelli di isolamento termico elevatissimi, accompagnati da una perfetta tenuta all’aria degli infissi esterni, ecco che il problema della condensazione del vapore acqueo sulle strutture sfavorite, laddove non ci sia un’attenta gestione dei ricambi d’aria e dei livelli termici negli ambienti, è diventato sempre di più all’ordine del giorno, generando il moltiplicarsi di contenziosi tra costruttori ed acquirenti.



Termografia in camera matrimoniale di una villetta.


Il cliente lamenta la presenza di muffa nell'angolo, nonostante che l'edificio sia isolato con cappotto esterno da 4 cm.
Si rileva una temperatura superficiale di 15,2°C con una evidente presenza di umidità nella muratura.
L'indagine è stata condotta con una temperatura interna di 18°C e umidità relativa del 60% con temperatura esterna di 10°C.
Sicuramente, con condizioni climatiche più gravose, la temperatura superficiale nella zona d'angolo si attesterebbe intorno ai 13°C, che costituisce un valore prossimo al punto di rugiada e quindi con la conseguente formazione di muffe.
Questa situazione è stata riscontrata solamente nella camera matrimoniale, nell’angolo corrispondente all’attacco di gronda, mentre in tutti gli altri locali non sono state rilevate presenze di fenomeni di condensazione.

Pur gestendo il cliente la temperatura degli ambienti su valori adeguati (18,5° - 20°C), considerata anche la presenza di impianto di riscaldamento a pannelli radianti a pavimento, sicuramente il problema riscontrato nella camera matrimoniale è dovuto ad un innalzamento eccessivo dell’umidità, causato dalla presenza notturna di due persone contemporaneamente, a differenza degli altri locali, accompagnato dalla discontinuità strutturale determinata dall’attacco di gronda dove il cappotto, evidentemente, non ha potuto incidere in modo significativo.

E’ stato consigliato agli utilizzatori di provvedere ad una maggiore ventilazione del locale interessato al fenomeno e, magari, di innalzare la temperatura in ambiente e quindi, di conseguenza, anche la temperatura superficiale dei punti critici strutturali.


Indagine termografica


Termografia di un edificio adibito ad uffici.


L'edificio, costituito da pannelli industriali prefabbricati sandwich, è stato oggetto di termografia ai fini della redazione della diagnosi energetica.
La battuta termografica è stata fondamentale per capire la tessitura muraria delle pareti esterne e per risalire al numero di pannelli prefabbricati che costituiscono le pareti.
Interessante rilevare il buon grado di isolamento termico delle zone centrali dei pannelli (colore violaceo) e, al tempo stesso, le forti dispersioni delle zone costituenti le nervature in cemento armato (colore giallo).

Come si evince infatti, nelle zone interessate dalla presenza dell’isolante termico, all’interno del pannello prefabbricato,  si rileva una temperatura superficiale di 4,8°C, mentre le zone costituite dalle tessiture in cemento armato, molto più dispersive, registrano valori di temperatura di  9,0°C.

Con questa indagine è stato possibile determinare la trasmittanza media ponderata della parete esterna, pesando puntualmente le parti isolate da quelle prive di isolamento .

In edifici come questi, soprattutto in quelli esistenti dove non si hanno a disposizione dati precisi sulla composizione delle strutture, è molto importante  considerare l’incidenza delle nervature in cemento armato; riferendosi solamente ad una presunta stratigrafia del pannello prefabbricato, si commetterebbe un gravissimo errore andando ad attribuire alla parete esterna, nella sua globalità, un trasmittanza termica assolutamente inferiore a quella reale.

E’ necessario quindi eseguire una media ponderata, in relazione alle aree occupate dai due elementi edilizi.

Resta inteso che, per la determinazione delle trasmittanze, occorrerebbe ricorrere ad adeguate strumentazioni come i termoflussimetri.